Cassino, processo Mollicone, in aula l’amante di Tuzi




“Incontravo spesso Serena mentre usciva dalla caserma”, queste le parole pronunciate in aula da Anna Maria Torriero, la donna che per alcuni anni ha intrattenuto una relazione sentimentale con Santino Tuzi, il brigadiere morto suicida, testimone chiave nell’omicidio di Serena Mollicone. È stata così ricostruita la vicenda dinanzi alla Corte D’Assise, l’uomo si sarebbe sparato mentre era al telefono con la donna. L’intercettazione telefonica è stata ascoltata in aula. Nel colloquio Tuzi dice rivolgendosi alla donna: “Sono stato chiamato per motivi di lavoro” e la Torriero incalza: “Che è successo? Per cosa ti hanno chiamato? Per la questione dei colleghi o quella della ragazza?” e Santino replica: “La ragazza”. La testimone ha negato di essere a conoscenza di qualche aspetto inerente quanto potrebbe essere accaduto nella caserma di Arce quel venerdì di venti anni fa anche se ha ammesso di aver incontrato tante volte Serena mentre usciva dalla caserma di Arce. 
Mio padre è morto ma non merita di essere oltraggiato come sta accadendo in questo processo”, dice Maria Tuzi, figlia del brigadiere, un uomo che evidentemente non può più difendersi. Tra le tante incongruenze investigative che stanno emergendo nel corso del processo spicca anche lo stato di prostrazione in cui l’uomo era sprofondato dopo aver raccontato di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dove poi sarebbe stata uccisa.
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