Cassino, processo omicidio Mollicone, in aula il colonnello Imbratta

Proseguono a ritmo serrato presso la corte d’Assise del tribunale di Cassino le udienze del processo per l’omicidio di Serena Mollicone. Nel corso dell’ultima, quella di venerdì, è stato ascoltato l’ex comandante della compagnia dei carabinieri di Pontecorvo, il tenente colonnello Fabio Imbratta. L’attenzione è stata posta sulla porta di uno degli appartamenti della caserma di Arce, porta ritenuta l’unica arma del delitto. Ormai è certezza che Serena, in quel giorno, entrò nella caserma di Arce, come dichiarò a suo tempo il brigadiere dei carabinieri morto suicida, Santino Tuzi. Il brigadiere, negli ultimi giorni della sua vita, percepiva di essere stato abbandonato dai suoi colleghi di lavoro. Si è parlato di ordini di servizio falsificati ma anche delle sopracciglia e dell’utero della ragazza, reperti introvabili successivamente all’autopsia. L’ufficiale dell’arma ha fatto anche riferimento alla pianificazione dell’occultamento del corpo di Serena da parte dei suoi assassini nell’intento di depistare le indagini. Il corpo della ragazza fu ritrovato nel boschetto di Fonte Cupa con gli arti legati da nastro adesivo e la testa occultata da un sacchetto. La difesa della famiglia Mottola punta anche sul fatto che non sono state riscontrate impronte digitali degli indagati sul nastro adesivo che bloccava gli arti di Serena.

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