Frosinone Cassino, nuova udienza processo Mollicone Di redazione - 2 Ottobre 2021 Nell’udienza di venerdì scorso per l’omicidio di Serena Mollicone, è stato ascoltato il maresciallo dei carabinieri Gaetano Evangelista. Dinanzi alla Corte d’assise del Tribunale di Cassino, presieduta dal giudice Massimo Capurso, è stato chiamato dai pm Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco il sott’ufficiale dell’Arma che nel 2004 fu il successore dell’ex maresciallo Franco Mottola. Un ruolo di primissimo piano quello ricoperto dal maresciallo Evangelista perché fu il primo a capire che le indagini andavano indirizzate attorno alla caserma nella quale era stato chiamato a comandare e lo ha fatto per 16 anni, fino al 27 luglio 2020. Quando entrò in uno degli appartamenti dello stabile in cui è la caserma di Arce, fu insospettito dalla presenza di una porta rotta, quella contro la quale, secondo l’accusa, fu sbattuta Serena. La sua deposizione è durata oltre cinque ore nel corso delle quali ha riferito dettagliatamente la sua attività di ricostruzione dei gialli che da venti anni fa parlare l’Italia. Il maresciallo Evangelista ha poi descritto la personalità e i comportamenti di Marco Mottola, figlio di Franco, allora comandante della stessa caserma di Arce.La svolta arriva con il rinvenimento della porta rotta nell’alloggio di Suprano. “L’appuntato, ha detto Evangelista, non è riuscito a dare una spiegazione al motivo per cui la porta rotta situata nell’appartamento a ‘trattativa privata’ fosse finita nella sua abitazione – sottolinea Evangelista -. Sapevo che tutto ruotava attorno a quel danneggiamento ma non avevo le prove. Poi è arrivata la richiesta di interrogatorio da parte del magistrato Maria Perna e lì la situazione è diventa ancor più complicata. Però nel corso del suo interrogatorio Santino Tuzi, che ribadisco era un uomo umile e buono, ha detto la verità: la mattina del 1° giugno ha visto entrare Serena Mollicone in caserma e descrive perfettamente come fosse vestita. Unica cosa che non è riuscito a vedere sono state le scarpe perchè lui si trovava in guardiola”.