OMICIDIO BRICCA, LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

Non volevano solo intimidire, ma uccidere. Roberto e Mattia Toson – padre e figlio – hanno sparato con l’intenzione di togliere la vita, non di lanciare un semplice avvertimento. Lo scrivono nero su bianco il presidente della Corte d’Assise di Frosinone, Francesco Mancini, e il giudice estensore Marta Tamburro, nelle motivazioni della sentenza che ha condannato Roberto Toson all’ergastolo e Mattia Toson a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Thomas Bricca.

La sera del 30 gennaio 2023, nel centro storico di Alatri, Roberto era alla guida di uno scooter T-Max. Dietro di lui, il figlio Mattia che ha esploso almeno due colpi di pistola: uno di questi ha colpito Thomas alla testa, uccidendolo. La vittima, 19 anni, è caduta tra le braccia dell’amico Omar Haoudi, vero obiettivo degli spari. A confondere gli aggressori, probabilmente, i giubbotti bianchi identici indossati dai due ragazzi. I Toson volevano vendicarsi per un’aggressione avvenuta il giorno prima, in cui era rimasto coinvolto proprio Omar insieme a un gruppo di ragazzi nordafricani.

Per i giudici, gli elementi a carico dei due imputati sono “chiari, precisi e convergenti”, sostenuti da un movente ben definito e da un alibi falso fornito da Mattia Toson. La sequenza degli scontri precedenti all’omicidio, avvenuti tra il 28 e il 29 gennaio, ha un ruolo determinante: prima l’aggressione di Omar da parte dei Toson, poi la risposta da parte del gruppo nordafricano che porta al ferimento del fratello di Roberto, Francesco Dell’Uomo. Una spirale di vendetta culminata nel sangue.  le prove ritenute decisive:
I comportamenti sospetti dei due imputati il giorno del delitto
Le celle telefoniche che li collocano sulla scena
L’assenza di segnale telefonico in corrispondenza dell’orario della sparatoria
Il casco compatibile con quello dello sparatore, visto da Beatrice Coccia ex compagna di Mattia.
L’uso di un’arma da fuoco, la direzione dei colpi verso zone vitali, e la pluralità degli spari dimostrano la volontà di uccidere: «Gli imputati – scrivono i giudici – non solo non potevano escludere l’esito mortale, ma lo hanno ritenuto altamente probabile, quindi voluto».

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