La chiusura delle indagini dei magistrati della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere a carico degli agenti della polizia penitenziaria del carcere “Francesco Uccella” non ha bloccato l’inchiesta. Oltre alle persone già identificate, per le quali ci sarà la possibilità di presentare memorie difensive sulle base degli atti a disposizione, prima della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica, ci sono ancora altre persone che non sono state individuate. il 6 aprile 2020, come ha evidenziato l’indagine sulle torture, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono arrivati anche i “rinforzi”, agenti della polizia penitenziaria in servizio presso altre strutture detentive molti dei quali non sono stati ancora individuati.
Questo perché, come ha evidenziato il capo della Procura Maria Antonietta Troncone, “le unità di polizia penitenziaria provenienti dagli altri carceri, per lo più sconosciute ai detenuti di Santa Maria Capua Vetere ed atti nelle violenze, erano quasi tutte minute di caschi e dispositivi di protezione individuale, sicché l’identificazione delle persone resesi responsabili dei fatti contestati, bene immortalate dalle video-registrazioni, risulta difficoltosa. Sono ancora in corso le indagini per individuare gli autori ancora ignoti e sono oggetto di un ulteriore provvedimento. Intanto, nei prossimi giorni, inizieranno anche le nuove udienze davanti al tribunale del Riesame di Napoli per affrontare i ricorsi presentati dagli avvocati difensori di 19 indagati contro i provvedimenti di sospensione dal lavoro che sono stati emessi dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere contestualmente alle misure cautelari. Si partirà con le discussioni a metà settembre.