Frosinone tra le 11 città fuorilegge. È il risultato del dossier “Mal’aria 2021 edizione speciale – i costi dell’immobilismo” di Legambiente dalla quale risulta che il Capoluogo, infatti già ad inizio settembre, ha sforato il limite dei 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50microgrammi per metro cubo come previsto dalla legge. Le maglie nere d’Italia sono Verona (centralina di Borgo Milano) e Venezia (via Tagliamento) con 41 sforamenti, seguite da Vicenza (San Felice) 40, Avellino (scuola Alighieri) e Brescia (Villaggio Sereno) con 39, Cremona (via Fatebenefratelli e Piazza Cadorna) e Treviso (strada S. Agnese) con 38, Alessandria (D’Annunzio), Frosinone (scalo) e Napoli (Ferrovia) con 37, Modena (Giardini) 36.
Frosinone, in realtà, aveva raggiunto il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti dalla legge già a marzo.
L’Italia è davanti a un bivio – scrive Legambiente nel Dossier – pagare una multa miliardaria per inadempienza alla Commissione Europea, stimata da 1.5 a 2.3 miliardi di euro, oppure agire efficacemente e con urgenza per ridurre l’inquinamento delle nostre città. Il nostro Paese ha infatti all’attivo tre procedure di infrazione con la Commissione, in territori dove la salute dei cittadini è stata messa ripetutamente a rischio per le elevate concentrazioni degli inquinanti atmosferici. Eppure, l’Italia resta ferma, in un immobilismo che potrebbe costarci molto caro. È quanto emerge dal dossier “Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo” di Legambiente, nel quale l’associazione segnala i ritardi nell’applicazione dei provvedimenti di emergenza e dei piani di risanamento dell’aria, sia da parte del Governo che delle principali Regioni italiane.
È infatti sulla base degli allarmanti dati che arrivano dalle città italiane, che la Commissione Europea chiederà alla Corte di giustizia Europea di definire a breve l’ammontare della sanzione, a cui l’Italia è già stata condannata il 10 novembre scorso, per il superamento continuativo dei limiti di PM10 negli anni che vanno dal 2008 al 2017. La multa, salatissima, potrebbe comportare il taglio di futuri fondi europei destinati all’Italia, in primis, e poi alle singole Regioni inadempienti. A questo, si rischia poi il sommarsi delle cifre relative alle procedure di infrazione in corso per altri due inquinanti: PM2,5 e NO2, le cui sentenze sono attese nei prossimi mesi”.