Tra le possibili cause di incendi possono anche esserci conflitti di natura personale ed economica tra soggetti della stessa categoria e il disinnesco di queste conflittualità potrebbe essere una possibile strategia di contenimento. Importante quindi coinvolgere gli allevatori nella prevenzione degli incendi, realizzando tavoli di programmazione e di concertazione tra enti di gestione e portatori di interesse locali. Per favorire ciò si può fa ricorso ad aiuti e agevolazioni a favore
degli allevatori che seguiranno le linee guida concordate (prezzi calmierati per l’acquisto di fieno e per l’approvvigionamento idrico) e
dei soggetti che si uniranno in cooperativa per produrre e trasformare il frutto del proprio lavoro in prodotti riconoscibili “dei monti Aurunci”, con un brand unico e che raccolga il meglio della produzione locale. Si pensa anche a specifiche tecniche di prevenzione e controllo del territorio, tra tutte l’uso del fuoco prescritto.Un fuoco controllato che ha lo scopo di rinnovare il cotico erboso, rimanendo circoscritto nelle aree prestabilite, con un basso impatto ecologico, senza il rischio di espandersi in canaloni selvaggi, senza intaccare le superfici boscate o avvicinarsi a strutture abitative.
Un ruolo centrale nel contrasto agli incendi boschivi deve essere rivestito dall’ente Parco Naturale dei Monti Aurunci. Il piano antincendio di cui si è dotato rappresenta un primo passo positivo. Ma non è sufficiente se non si vara al più presto il Piano di Assetto. Obiettivo, in definitiva, è quello di
spostare il problema degli incendi dalla repressione alla prevenzione. Ma per far questo è necessario coinvolgere, oltre ai comuni cittadini, tutte le categorie di lavoratori e fruitori della montagna, allevatori, agricoltori, apicoltori, cacciatori, associazioni ambientaliste, guide escursionistiche e quant’altro.