Il primo lockdown è stata una “novità” storica.
E’ stato certamente duro e impegnativo per chiunque, ma è stato affrontato da tutti con impegno, coraggio e solidarietà. Dopo quella prima esperienza è stato chiesto a tutti ulteriori sacrifici che, non solo hanno continuato a limitare la libertà, ma che hanno portato con sé anche moltissime perdite affettive, lavorative e soprattutto economiche.
Questo ha reso tutto più difficile e ha contribuito a peggiorare significativamente il nostro stato d’animo, le nostre insicurezze, le nostre paure.
L’essere umano ha bisogno di certezze che questo virus ha fatto improvvisamente scomparire.
A questo si è aggiunto il fatto che ognuno di noi, senza eccezione, si è dovuto abituare o addirittura inventare un nuovo modo di vivere. I ragazzi
Sono cresciuti in un mondo senza COVID e, nel momento dello sviluppo della loro identità adulta si sono trovati in questo vortice di cambiamenti difficile da comprendere, soprattutto per loro, il cui rischio reale è sempre stato inferiore che per gli altri.
Gli adolescenti hanno realmente bisogno di tutto ciò di cui il COVID ci ha privato: socialità, contatto fisico, esplorazione del mondo esterno.