UCRAINA: LA GUERRA SI FÀ PIÙ INTENSA

Il suo gesto ha fatto il giro del mondo e ha dimostrato che anche in Russia, nonostante la repressione quotidiana di un regime sempre più dispotico, c’è chi non ha paura di alzare la voce. Marina Ovsyanikova, fino a ieri, era una sconosciuta (per noi) giornalista di Pervyj Kanal, la principale emittente del Paese. Da ieri è l’eroina che ha avuto il coraggio di sollevare un cartello durante la diretta e di denunciare all’opinione pubblica nazionale ciò che sta succedendo in Ucraina e che la stragrande maggioranza delle testate russe si rifiuta di raccontare.
Di Marina, oggi, si erano perse inizialmente le tracce ed il suo avvocato in mattinata aveva prontamente lanciato l’allarme ma in serata fortunatamente è giunta la notizia che la giornalista sarebbe stata multata e rilasciata dopo l’arresto di ieri sera. “Il nostro è un Paese aggressore – ha scritto Ovsyanikova nel cartello apparso sul primo canale – e la responsabilità di questa aggressione è di una sola persona: Vladimir Putin. Ho partecipato anch’io in questi anni alla propaganda per il Cremlino ed ora me ne vergogno. Sta a noi fermare questa follia”. Il gesto coraggioso della giornalista è sempre meno isolato e in questa assurda invasione dell’Ucraina la protesta, silenziosa ma carsica, sta crescendo in tutte le grandi città della Russia: da Mosca a San Pietroburgo ma anche in altre metropoli di questa enorme nazione ogni giorno sono centinaia gli arresti di attivisti che scendono in strada per dire no a questo conflitto. Proprio ieri quattromila fra insegnanti e studenti della gloriosa università Lomonosov della Capitale hanno firmato un appello per fermare le operazioni militari in Ucraina; una cifra enorme, in un Paese poco abituato ad alzare la voce.

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