Tragedia Rigopiano, ancora non è stata fatta giustizia

Cinque anni e dodici rinvii, ancora una volta la giustizia italiana dimostra di non funzionare. Dopo cinque anni dalla tragedia, una valanga di 120 mila tonnellate travolse l’hotel Rigopiano di Farindola, sul Gran Sasso, il processo non è ancora partito, nemmeno nella fase preliminare e le vittime, in tutto 29, non conoscono ancora i responsabili mentre avanza lo spettro della prescrizione su alcuni reati. Trenta gli imputati, al centro le responsabilità e le omissioni di coloro che avrebbero potuto evitare il disastro. C’è sconcerto tra coloro che attendono giustizia come Giampaolo Matrone di Monterotondo in provincia di Roma, superstite della tragedia, che chiede giustizia per Valentina, sua moglie, che purtroppo non ce l’ha fatta.

Per Giampaolo la difficoltà più grande è stato dire alla sua piccola Gaia che la mamma non c’era più.

Ferite insanabili per Giampaolo che sta crescendo da solo la sua piccola Gaia che all’epoca dei fatti aveva soli cinque anni.

Un fisico duramente provato, è rimasto sepolto per 62 ore sotto dieci metri di detriti e neve.

Sulle spalle di Giampaolo la grande responsabilità di fare in modo che alla figlia Gaia non manchi niente, soprattutto l’amore di mamma Valentina che non c’è più.

Giampaolo e Gaia si fanno forza a vicenda e insieme amano ripetere un motto.

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