Tracce di legno e vernice tra i capelli di Serena

Ancora una udienza del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, ancora una conferma se mai ce ne fosse bisogno. Anche la perizia del Ris di Roma porta alla caserma dei carabinieri di Arce. O meglio alla porta degli alloggi dove si suppone che Serena Mollicone abbia sbattuto violentemente la testa per poi morire asfissiata. Il nuovo dato tecnico fornito dai carabinieri del Ris, evidenzia la presenza sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della ragazza di Arce, uccisa nel giugno del 2001, tracce di legno e vernice compatibili con quelli della porta dell’alloggio della caserma di Arce. I frammenti individuati sono composti da legno, resina e vernice. Sempre nell’ambito del processo, che vede imputati il maresciallo dei carabinieri ed ex comandate della stazione di Arce Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano, una perizia disposta dal tribunale di Cassino ha ipotizzato che la ragazza abbia avuto una colluttazione violenta, abbia battuto violentemente la testa contro la porta della caserma dei carabinieri e sia morta poi per asfissia causata dal sacchetto di plastica che le fu infilato in testa. Questo quanto indicato anche dall’antropologa forense Cristina Cattaneo nel corso di un’altra udienza, quella di venerdì scorso. Davanti ai giudici della Corte d’Assise infatti, la Cattaneo ha affermato di avere individuato sul corpo della ragazza “ecchimosi e contusioni procurate quando ancora Serena era in vita. Un urto, che causo’ probabilmente uno “stordimento” nella 18enne, avvenuto contro una superfice “ampia e piana”. Su questo punto i periti affermano che c’e’ compatibilità.  Anche dall’analisi degli specialisti dell’Arma viene quindi confermato che la giovane urtò violentemente contro la porta. Il quadro che emerge dalla perizia e dagli accertamenti del Ris dunque sembra confermare l’impianto accusatorio secondo cui il delitto della 18enne si sia consumato all’interno della caserma. C’è attesa ora per il seminario indetto dal Cescrin a Cassino per il 12 febbraio nel corso del quale interverrà il criminologo Carmelo Lavorino e nel corso del quale si parlerà proprio del caso Mollicone. Secondo Lavorino anche quello di Serena rappresenterebbe un caso omicidiario caratterizzato da indagini inadeguate e dalla imperfetta applicazione delle scienze forensi.

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