Dubbi degli investigatori sono emersi immediatamente da un primo esame del documento in possesso dell’uomo ucciso dal tabaccaio di Santopadre Sandro Fiorelli, che lo aveva sorpreso lunedì sera, insieme a due complici, mentre tentava un furto a casa sua e che ora è indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Nessun precedente penale, neppure una denuncia. Dubbi che sono ora diventati una certezza, il corpo di quell’uomo non è quello di Mirel Joca-Bine. La vittima era in possesso di un documento falso, solo la foto era quella autentica. A rivelarlo è stato il vero Joaca-Bine che ha 34 anni ed abita in Svezia con la sua famiglia e lo ha fatto attraverso un media romeno. Il documento di identità lo perse 17 anni fa in Romania. Nel pomeriggio di giovedì è stata effettuata l’autopsia presso l’ospedale Santa Scolastica di Cassino mentre la caccia ai due complici da parte dei carabinieri di Sora continua. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Marra hanno consentito di dare un nome al malvivente, era Xheleshi Arber, albanese, 38 anni noto alle forze dell’ordine per altri reati. Il paese di Santopadre si è stretto intorno al tabaccaio e alla sua famiglia, nelle scorse ore sono comparsi diversi striscioni. Intanto spuntano pallini da caccia sul braccio del malvivente, un importante elemento questo rilevato dai carabinieri del Ris e che dovrebbe avvalorare la versione dei fatti indicata dallo stesso tabaccaio. Ciò consentirebbe di affermare che l’albanese avrebbe avuto il braccio sollevato e disteso nella direzione del Fiorelli. Secondo l’avvocato della famiglia del tabaccaio Sandro De Gasperis, l’accusa dovrebbe restare quella di eccesso colposo di difesa.
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