Primo giorno di lavoro del mese di giugno per gli operai dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano: il quarantanovesimo dall’inizio dell’anno, mentre cinquanta sono state dal primo gennaio 2025 le fermate produttive dovute a mancanza di commesse. Potenzialità di lavoro ridotta al 50%, sono circa 2.400 gli operai ma si lavora su un turno unico, a rotazione, e si registra un esubero strutturale di circa 600 dipendenti.

Ecco perché i sindacati attendono a breve la convocazione per contrattare le uscite incentivate così come già avvenuto a Pomigliano e Pratola Serra, ma soprattutto sollecitano il lancio dei nuovi modelli. Proseguono intanto i tagli occupazionali nell’indotto. Mercoledì il vertice per affrontare la vertenza delle società che si occupano di movimentazione auto: Trasnova, Logitech e Tecnoservice. Lo scorso 31 dicembre, dopo una estenuante trattativa, i sindacati sono riusciti ad ottenere la proroga agli appalti per l’anno in corso. Ma alla fine del 2025 non ci saranno altre proroghe. La crisi di Stellantis a Piedimonte San Germano non si limita, dunque, ai cancelli dello stabilimento principale, ma si ripercuote a cascata sull’intero indotto, generando nuove e preoccupanti vertenze occupazionali. Dopo le recenti agitazioni che hanno interessato aziende come De Vizia e Denso, i riflettori sono puntati sulla Iscot, società specializzata nella pulizia dei macchinari. Nei giorni scorsi i sindacati hanno denunciato una situazione che definiscono di “licenziamenti camuffati” attraverso trasferimenti forzati, l’azienda starebbe proponendo agli operai di accettare trasferte presso una nuova sede in provincia di Rieti. Per quanto riguarda il rinnovo del contratto dei metalmeccanici – che nel territorio del Cassinate è rappresentato soprattutto dalle aziende dell’indotto Stellantis – è tutto fermo, e dopo le ultime mobilitazioni dello scorso aprile, un nuovo sciopero è stato annunciato per il prossimo 20 giugno con sit-in previsti anche in Ciociaria.