Nell’ambito dell’indagine “ Assedio ” condotta, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, dal Centro Operativo DIA capitolino, il locale Tribunale del riesame ha accolto l’appello presentato dalla Pubblica Accusa in cui si contestavano le motivazioni addotte nell’ordinanza del 20.06.2024 del GIP romano che non aveva ravvisato le esigenze cautelari per diversi indagati. Il ricorso, divenuto definitivo a seguito anche della pronuncia della Corte di Cassazione, ha determinato l’emissione di 12 ordinanze cautelari (6 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 1 sospensione dal pubblico ufficio per anni uno) nei confronti di altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione a delinquere (art. 416 cp) finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti di estorsione (art. 629 cp), usura (art. 644 cp), armi (artt. 2 e 4 L. 895/67 e art. 23 L. 110/75), fittizia intestazione di beni (art. 512bis cp), riciclaggio (art. 648 bis cp), autoriciclaggio (art. 648-ter.1 cp) e reimpiego (art. 648-ter cp) in attività economiche di proventi illeciti, tutti aggravati ai sensi dell’art. 416-bis.1 cp, dall’aver agevolato i clan di camorra MAZZARELLA – D’AMICO e le cosche di ‘ndrangheta MANCUSO e MORABITO-MAZZAFERRO .
Il procedimento in parte è stato già definito in 1° grado, per quanti hanno fatto ricorso al rito abbreviato, mentre per i restanti imputati si è in attesa di giudizio, nella considerazione che per tutti vige il principio di presunzione di innocenza.