Sotto la lente degli investigatori sono ora i tamponi eseguiti sul corpo di Stefania Camboni la donna di 58 anni uccisa nella villetta di via Agropoli a Fregene nel comune di Fiumicino nella notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Ma attenzionate sono anche le macchie di sangue rilevate in casa e tracce organiche rilevate sul portafoglio della vittima e nell’auto della stessa. Insomma si indaga a 360 gradi e le attività vanno avanti a ritmo serrato. Un altro sopralluogo nella villetta dove si è consumato l’omicidio, alla presenza dei consulenti di parte, l’intento è anche quello di trovare tracce di terze persone. Trentasei sono ad oggi i reperti acquisiti dai carabinieri del nucleo investigativo di Ostia. Si cerca anche di capire l’ora esatta in cui Stefania Camboni è morta a seguito delle 34 coltellate inferte dall’assassino. Intanto Giada Crescenzi resta in carcere, la sua versione non ha convinto il gip. Poi bisogna far luce anche su alcuni dettagli come il fatto che Francesco Violoni, rientrando dal lavoro, non abbia chiamato immediatamente i soccorsi ma si sia recato con la compagna alla stazione dei carabinieri. Poi la circostanza che la Crescenzi non si sia accorta di nulla nel corso della notte. Intanto emergono particolari sul rapporto tra la Crescenzi e la futura suocera. Litigi forse anche per l’eredità, in genere di natura economica sulla gestione quotidiana delle spese. La Crescenzi e il figlio della vittima stavano insieme da circa due anni e da poco si erano trasferiti nella villetta ma stavano progettando di trasferirsi altrove.