“Oltre il silenzio”, due storie diverse, stesso orrore. Due nomi che urlano giustizia. Due nomi che da anni fanno breccia nei cuori e nelle coscienze. Sara Di Pietrantonio, 22 anni, bruciata viva in una strada di Roma dal suo ex e Giulia Cecchettin, coetanea di Sara, assassinata dal ragazzo che non accettava la fine della relazione. Due femminicidi annunciati. Due vite spezzate da uomini incapaci di lasciare andare, sostenuti da un contesto sociale spesso cieco e muto. L’incontro nella sala consiliare del comune di Sabaudia nel corso del quale sono state ascoltate le parole delle vittime. A otto anni da una e a meno di due dall’altra, le loro voci tornano. Forti, vere. Tornano nella quinta tappa pontina del convegno “Oltre il silenzio”.
All’interno della sede comunale di Sabaudia è attivo già da qualche mese uno sportello antiviolenza.
Un evento pubblico che si è distinto per il coraggio di mostrare il non detto. Sono state evidenziate intercettazioni telefoniche e ambientali autentiche. Immagini tratte dagli atti giudiziari e documenti originali che rivelano le dinamiche del controllo, della manipolazione e della paura.
“Non basta indignarsi a fatti compiuti. Serve responsabilità. Serve conoscenza e presenza. Il convegno è nato dalla volontà di guardare in faccia la realtà, anche quando è scomoda e di offrire alla cittadinanza strumenti per riconoscere i segnali della violenza prima che sia troppo tardi. La cultura del rispetto e della parità si costruisce con il coraggio dell’ascolto e con l’azione quotidiana delle Istituzioni”.







