L’ISTITUTO DEL BARATTO AMMINISTRATIVO È REALTÀ




 
L’istituto del baratto amministrativo trova un primo riferimento nel decreto “Sblocca Italia ” e lo prevede come forma di agevolazione per la  partecipazione cittadina alla riqualificazione della città, di parti del territorio,  di spazi  pubblici. Oggi, dopo che l’istituto è stato ripreso dal nuovo Codice dei contratti pubblici,  i Comuni possono definire non con una semplice delibera, ma con un apposito regolamento comunale:
– le indicazioni dei criteri di accesso e delle condizioni di applicabilità per la realizzazione di contratti di partenariato sociale sulla base di progetti presentati da singoli cittadini o gruppi di cittadini organizzati;
– l’esplicitazione di contributi locali che sono soggetti a riduzione o esenzione a fronte dell’apporto lavorativo di pubblica utilità del cittadino.
 
Il baratto amministrativo è un ampio esempio di sussidiarietà orizzontale che supera l’assistenzialismo e propone un nuovo modello economico di elevato valore in un momento in cui, ai delicati flussi di denaro, possono interporsi e camminare parallelamente,  flussi di prestazioni di lavoro in cambio di tributi comunali non pagati. 
 
Il baratto amministrativo presenta inoltre la centralità della partecipazione cittadina. Tra le principali motivazioni  che rendono vantaggioso il baratto amministrativo e lo vedono al centro di un’azione sociale ed economica per la comunità che si amministra, è  il diritto di ogni persona di preservare le risorse economiche per i bisogni primari, soprattutto laddove situazioni contingenti di emergenza portano a diventare evasori non colpevoli.
 
Ovviamente ci sono diversi ostacoli normativi evidenziati dalla corte dei Conti, che stabilisce come tale strumento possa essere utile al contribuente che voglia ottenere un’agevolazione diretta sui contributi presenti e futuri, in quanto i debiti pregressi iscritti in esercizi finanziari passati, confluiscono nella massa dei residui attivi e un loro “storno”, tramite baratto amministrativo, potrebbero comportare “effetti pregiudizievoli sugli equilibri di bilancio “. 
 
Nonostante  ciò  e le difficoltà, tale istituto  diventa una delle risorse normative alle quali attingere per pianificare tutti i percorsi da poter mettere a disposizione della comunità, oggi economicamente più fragile, che merita attenzione e lavoro da parte di chi andrà  ad amministrarla nel dopo-covid tra ombre e dubbi, ma senza assistenzialismo, e con il coraggio di mettere al centro il suo benessere, iniziando dalla sua parte più vulnerabile.
 
 
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